I laureati immigrati
Il riconoscimento dei titoli di studio acquisiti all’estero come politica di valorizzazione dei lavoratori immigrati
L’esperienza che stiamo maturando con il progetto S.IN.TE.SI Fami Link al sito di progetto nel quale sono coinvolti oltre 120 operatori interessati alla certificazione delle competenze di 200 immigrati in possesso di esperienze consolidate, dimostra, ancora una volta, un peccato di origine, tuttora irrisolto.
Senza entrare nel merito della comprensione del rapporto tra fenomeni migratori (e Stati di destinazione) e titoli di studio, appare evidente la presenza di una quota sufficientemente significativa di immigrati in possesso di titoli di studio superiori (e laurea, in taluni casi) ai quali non viene offerta la possibilità di utilizzare quel titolo per l’accesso al mercato del lavoro, se non a fronte di un percorso, assai lungo e oneroso, di equipollenza e riconoscimento legale.
In altri Paesi europei si opera diversamente e, forse non a caso, molti “cervelli” immigrati lì arrivano e si fermano.
Perché non riflettere alla possibilità di un alleggerimento dei costi delle pratiche di equipollenza? Magari a favore della signora ucraina, infermiera con 10 anni di esperienza in sala operatoria, giunta in Italia e attualmente badante? Nonostante la collocazione dignitosa, forse, sarebbe utile anche in un ospedale e sicuramente sarebbe più felice.
L’abbiamo conosciuta nell’ambito del progetto LINK link al progetto
Nicoletta Piccardo
12 maggio 2020