Il progetto StartTappe ci spiega come il contrasto alla marginalizzazione parte dal “darsi da fare”
La nozione di inclusione si compone di due dimensioni: una oggettiva e una soggettiva. Dal punto di vista oggettivo, siamo inclusi all’interno della nostra comunità quando le nostre caratteristiche personali, le nostre affiliazioni culturali, la nostra storia, non ci precludono l’accesso a benefici e servizi cui possono accedere gli altri membri della collettività. Dal punto di vista soggettivo, siamo inclusi quando ci sentiamo tali: vale a dire, quando ci sentiamo a nostro agio nel vivere gli spazi collettivi, in compartecipazione con le altre persone, nella nostra quotidianità.
Le due accezioni del concetto si sostengono a vicenda: se da un lato la possibilità di sperimentare le opportunità offerte dalla vita collettiva rinforza la nostra capacità di sentirci riconosciuti nel ruolo di membri attivi della comunità, dall’altro la percezione della propria inclusione sociale può rivelarsi una profezia che si autoavvera. È infatti abbastanza intuitivo che, se sentiamo più solida la nostra appartenenza alla comunità, diventa più facile essere propositivi nei confronti delle occasioni che essa è capace di offrire, così come avviarci verso percorsi di attivazione avente come sperato esito la piena inclusione.
Il progetto StartTappe promosso dal Comune di Genova
Questo è quello che si può imparare osservando il progetto StartTappe, promosso dal comune di Genova in collaborazione con una rete di associazioni del terzo settore, dal 2022.
Il progetto ha avuto infatti come obiettivo principale quello di inserire persone a rischio di marginalità in percorsi di riattivazione capaci di favorire la loro piena inclusione sociale.
Un obiettivo perseguito tramite l’implementazione di uno svariato numero di attività tra le quali – a titolo d’esempio – l’apertura di più Centri di Prossimità e Officine della cura in diverse zone del Centro Storico, l’attivazione di servizi di presidio dei servizi diurni della città e di alcune spiagge pubbliche attrezzate per persone diversamente abili. In base a quanto emerso dall’attività di monitoraggio e valutazione è risultato, come l’obiettivo di riattivazione sociale sia stato fatto proprio non solo dai promotori del progetto, ma anche degli utenti che hanno preso parte alle attività. In secondo luogo, come dalla riattivazione delle persone coinvolte siano scaturiti diversi benefici per la collettività presa nel suo insieme, riconosciuti dal territorio e dalle sue istituzioni.
l progetto ha fornito una cornice per una serie di interventi di miglioramento del territorio e servizi di pubblica utilità, sopratutto sul versante dell’inclusione sociale e lavorativa, i cui risultati positivi sono ben visibili nella soddisfazione degli utenti e nel costante incremento delle persone che accedono ad essi.
La previsione di diverse azioni dedicate a persone che vivono gradi diversi di eslcusione sociale o distanza dal mercato del lavoro ha realmente costituito un ventaglio di offerte che permettono di personalizzare gli interventi tenendo la persona al centro.
Ultima sperimentazione appena avviata il Centro Educazione al Lavoro per adulti (SCATOLAB), di cui si vedranno i risultati nel corso dell’anno.
Per approfondire
Il bilancio del progetto – Convegno 13/12/2023
Di seguito, alcuni link utili per conoscere meglio il progetto.