Immergersi nel mondo della Capoeira, per chi non la conosca, è già di per sè un’esperienza ricca di sorprese; ma farlo quando un gruppo di esperti Capoiristi si accingono a trovare un punto di collegamento tra sistemi formali e non formali di apprendimento per valorizzare questi ultimi sperimentandosi su un pubblico di giovani a rischio di esclusione sociale, allora il viaggio diventa avventuroso!
In questo progetto ho visto organizzazioni, molto diverse per tradizione, impostazione, nazionalità, esperienze dei singoli, tentare di trovare un punto di incontro, superando barriere e pregiudizi, con una disponibilità al dialogo e al confronto – anche duro – che non avevo visto in altri contesti. Il tutto condito da moltissime esperienze concrete con gruppi difficili per condizioni sociali, mix culturale, handicap, che mettono in evidenza le grandi potenzialità formative di un’arte, come quella della Capoeira, che sollecita una molteplicità di abilità offrendo qualcosa di interessante e coinvolgente per gli individui più diversi.
Il tutto permeato da una filosofia di base che si alimenta nelle racidi di questa arte, come lotta per la libertà e affermazione di uguaglianza tra gli uomini. La trasposizione in Europa di questa danza-lotta Brasiliana non perde la sua forza, il grande valore civico e di formazione per i giovani.
Il progetto ha permesso di riflettere sulle potenzialità di formazione delle competenze trasversali (competenze chiave europee) per i giovani con minori opportunità e sulla valorizzazione dei formatori attraverso la costruzione e la sperimentazione di un processo di certificazione.