“Un numero crescente di imprese è alla ricerca di profili professionali, da inserire in azienda, capaci di lavorare con strumenti e prodotti collegati all’ecosostenibilità. È una domanda trasversale che riguarda tutti i profili professionali”.
Parliamo quindi di competenze green e Green Jobs…
Di quali figure si tratta?
- Green-Job high activation skills: sono Green Jobs per i quali viene richiesta un’alta attitudine green tale da innescare le competenze green a supporto della Green Economy come supplier (ad es. i tecnici e gli ingegneri meccanici, gli ingegneri edili e ambientali);
- Green-Job low activation skills: sono professioni Green per le quali viene richiesta una minore attitudine green che non è in grado di innescare completamente le competenze che quindi hanno un rapporto con la Green Economy più da user e modestamente da supplier;
- Other Job (O-Job) activation skills: non sono Green Jobs e quindi non possiedono le competenze in grado di essere dei supplier alle tecnologie legate alla Green Economy, tuttavia con vario grado sono degli utilizzatori di strumenti, regole e prassi utili a supportare un approccio green all’interno delle imprese
Sensibilità all’impatto ambientale
Dallo studio, pubblicato a luglio 2020, emerge come la richiesta di attitudine al risparmio energetico e la sensibilità alla riduzione dell’impatto ambientale delle attività aziendali venga ritenuta necessaria per l’assunzione per l’80,5% delle assunzioni di Green Jobs previste dalle aziende e di elevata importanza per il 38,9%. Inoltre, tali valori non sono molto distanti da quanto registrato per le professioni non green, per cui l’attitudine green è necessaria per il 78,5% e richiesta con grado elevato per il 37,9%. Questo risultato rispecchia la pervasività delle competenze legate alla sostenibilità ambientale che vengono richieste sempre più frequentemente a tutte le figure professionali.
In analogia con quanto registrato per le altre professioni, le soft skills soft skills e competenze chiave sono le competenze maggiormente richieste. La flessibilità e l’adattamento sono ritenute molto importanti per il 65% delle assunzioni relative alle professioni “verdi”, seguono la capacità di lavorare in gruppo con il 49,5%. Il dato interessante è il forte collegamento tra il possesso di tali competenze e la competenza “green” come se questa fosse un anello di congiunzione fra le competenze “soft” e quelle “hard”, fra ciò che è trasversale, e quindi adatto e necessario a tutte le professioni, e ciò che è più specifico per alcune anziché per altre.
Fabbisogni occupazionali green jobs
Dal Rapporto emerge come nel 2019 i fabbisogni occupazionali programmati dalle imprese abbiano coinvolto circa 1,6 milioni di occupazioni green, pari al 34,7% delle entrate totali mappate dall’Indagine Excelsior.
In particolare, le incidenze maggiori di flussi di Green Jobs per l’industria si rilevano nella meccanica (84,4%), nelle costruzioni (82%), nelle public utilities (80,7%), nella metallurgia (78,4%) e nelle industrie elettriche ed elettroniche (76,8%). Inoltre, si segnala come il settore delle costruzioni assorba il 19% delle entrate di professioni Green, pari a 305mila unità nel 2019. Questa tendenza nel settore delle costruzioni sarà sicuramente aumentata dall’intervento statale del Superbonus 110% previsto dal Decreto Rilancio post emergenza Covid.
Per quanto riguarda i servizi, i trasporti e la logistica presentano l’incidenza più elevata di entrate di personale green, il 71,1%, richiedendo oltre 258mila unità tra i Green Jobs, ben il 16,1% del totale. Infatti, il settore dei trasporti sarà sempre più strategico per la Green Economy considerando le attività legate all’aumento dell’efficienza e/o alla riduzione dell’impatto ambientale di vari modi di trasporto, inclusi autotrasporti e trasporto di massa.
La difficoltà di reclutamento di personale idoneo sembra essere un aspetto caratterizzante per i Green Jobs, riguardando il 33,8% delle entrate programmate di questo gruppo, contro il 22,4% delle altre professioni.
I risultati del Sistema Informativo Excelsior per il 2019 mettono in evidenza quindi che l’attitudine al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale ricopre un ruolo molto importante nelle richieste delle imprese: al 79,2% dei 4,6 milioni di entrate programmate dalle imprese, vale a dire per 3,7 milioni di posizioni, la competenza green è considerata necessaria per svolgere la propria professione, e per il 38,3% delle entrate totali, vale a dire 1,8 milioni di posizioni, il grado di importanza di questa competenza è considerato elevato.
Impatto Green Economy sullo sviluppo delle competenze
È dunque sempre più importante capire l’impatto della Green Economy nelle richieste poste dalle imprese sia in termini di figure professionali maggiormente interessate che di livelli di istruzione e formazione ricercati per le nuove entrate. Ciò che emerge dalla lettura complessiva dei dati del Sistema Informativo Excelsior è che la Green Economy richiede sempre più a tutte le figure professionali competenze e abilità specifiche – green skills – capaci di corrispondere pienamente alla sfida di cogliere le opportunità offerte dalla riconversione in chiave sostenibile del sistema produttivo. Il cambiamento che sta investendo il mercato nel lavoro non riguarda tanto la creazione e/o attivazione di nuovi Green Jobs, quanto la richiesta di nuove abilità che interessano tutte le figure professionali (o almeno molte di esse), affinché sviluppino competenze nuove.
Professioni richieste
Tra le professioni alle quali le imprese richiedono competenze green con un grado elevato di importanza, si posizionano ai primi posti i “tecnici della produzione e preparazione alimentare” (70,7% del totale delle entrate programmate nel 2019), i “tecnici delle costruzioni civili e professioni assimilate” (69,4%) e i “tecnici della gestione di cantieri edili” (64,5%). Sono in tutto 16 le figure che si caratterizzano per una richiesta di competenza green con elevata importanza da parte delle imprese superiore al 50%.
Il fatto che per così tante professioni sia ricercata questa attitudine alla sostenibilità non solo evidenzia la trasformazione capillare di intere filiere – avvenuta o ancora in corso – ma anche un adattamento culturale che rivela come si tratti, a più livelli, di una trasformazione che va ben oltre il mercato del lavoro e del rapporto impresa-cittadini, che coinvolge la sfera degli stili di vita e degli interessi personali.
La Green Economy impatta quindi sul mercato del lavoro richiedendo specifiche competenze ambientali. In questo scenario, rivestono un ruolo centrale le politiche relative all’occupazione, alla formazione e all’aggiornamento delle figure professionali, necessarie per favorire e accompagnare una maggiore occupabilità di chi è alla ricerca del primo impiego, nonché la riqualificazione e riconversione della forza lavoro presente in azienda. Inoltre, i cambiamenti del mercato del lavoro sono così rapidi che richiedono un sistema di orientamento altrettanto reattivo. Più in generale, si rende necessario un cambio culturale rivolto verso lo sviluppo sostenibile, considerato che il passaggio verso un modello sostenibile avviene attraverso le persone, come dimostra anche l’elevata domanda di competenze green da parte delle imprese.
Necessità di percorsi formativi e di educazione ambientale
Il rapporto si conclude evidenziando la necessità, considerata la pervasività e la portata dei fenomeni in atto, di percorsi formativi di specializzazione per i nuovi Green Jobs e per il reskilling delle professioni “tradizionali”, ma anche di iniziative volte a facilitare il cambiamento introducendo già dai primi gradi di istruzione l’educazione allo sviluppo sostenibile.
Per approfondire
rapporto Unioncamere Excelsior 2019 – competenze Green
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